Ascolto degli Indios e difesa del creato
Concluso
il Sinodo sull’Amazzonia. L’assise vaticana apre a nuove strade per la difesa
dell’ambiente e l’evangelizzazione
Si potrebbe riassumere in un
titolo il Sinodo sull’Amazzonia tenutosi in Vaticano dal 6 al 27 ottobre: una
chiesa dal volto indigeno, amazzonico appunto. Scopo del Sinodo, era raccontare le sfide e le
potenzialità di quel popolo, nonché riuscire ad ottenere la conversione
“integrale, pastorale, culturale, ecologica e sinodale” di quella
comunità che
è “cuore biologico” di uno Stato esteso su 9 Paesi, estremamente
vulnerabile per colpa dei cambiamenti climatici provocati dall’uomo, quindi
esposta ad “una corsa sfrenata verso la morte”, quindi bisognosa, secondo il
Documento, di “una nuova direzione che consenta di salvarla”, onde evitare il
cataclisma del pianeta.
Nel testo finale,
pubblicato e divulgato il 26
ottobre scorso, composto
da una introduzione, 5 capitoli ed una ridotta conclusione, vi sono gli argomenti
sui quali i Vescovi hanno discusso: “missione, inculturazione, ecologia
integrale, difesa dei popoli indigeni, rito amazzonico, ruolo della donna e
nuovi ministeri, soprattutto in zone in cui è difficile l’accesso
all’Eucaristia”. Ne risulta l’immagine di una Chiesa cattolica amica dei più
dei 33milioni di persone, dei quali circa 2,5 milioni indigeni” di quello Stato e,
soprattutto, quella di uno “scambio aperto, libero e rispettoso” delle
opinioni della popolazione.
Non che sia
già una realtà, ma il Sinodo, come ha sottolineato il cardinale
Claudio Humes, Arcivescovo emerito di San Paolo in Brasile e relatore generale,
è un cammino e «il camminare rende la Chiesa fedele alla vera
tradizione. Non il tradizionalismo che rimane legato al passato, ma la vera
tradizione che è la storia viva della Chiesa». Certo passi in avanti
sono stati fatti e l’appuntamento vaticano ne ha compiuti altri. Soprattutto su
temi ‘caldi’ quali il ruolo della donna e l’ordinazione ai viri probati. Ma il Sinodo
è anche altro, si iscrive in quel pensiero che ha trovato contenuti e
espressione dell’enciclica Laudato
sì, che possiamo definire un vero e proprio manifesto nel
quale la tutela dell’ambiente è collocata all’interno di un pensiero sul
creato, per essere una vera e propria teologia del creato.
È una
Chiesa in ascolto dei popoli indigeni, che vive le sofferenze di territori
violentati e sfruttati che gridano il loro «sì» alla difesa della vita;
un «sì» alla terra, memoria sacra di una tradizione trasmessa oralmente.
Fatta di saperi, danze, pitture, natura. Una Chiesa dal volto amazzonico che
chiede di essere difesa dalle aggressioni culturali e politiche. Quasi un grido
che negli anni ha trovato difficoltà ad essere accolto.
Il Sinodo
vaticano è stato tempo di ascolto, di confronto, e anche di scontro. In
modo particolare per due temi letti e calati nella realtà del
territorio, ma che, sicuramente, oltrepasseranno i confini dei 7 Stati che
racchiudono il grande polmone verde dell’Amazzonia: il ruolo della donna e
l’ordinazione di preti sposati. In 120 paragrafi le raccomandazioni approvate,
contenute nel documento finale consegnato al Papa. Prima fra tutte la proposta
di «ordinare sacerdoti uomini idonei e riconosciuti della comunità, che
abbiano un diaconato permanente fecondo e ricevano una formazione adeguata per
il presbiterato, potendo avere una famiglia legittimamente costituita e
stabile». La richiesta è suffragata dal fatto che, si legge nel
paragrafo 111, «molte delle comunità ecclesiali del territorio
amazzonico hanno enormi difficoltà di accesso all’Eucaristia». Come ha detto
il cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, la Chiesa non
può essere solo «in visita» con un prete che passa a distanza di mesi,
ma deve «essere presente». A volte ci vogliono «anche anni prima che un
sacerdote possa tornare in una comunità per celebrare l’Eucaristia,
offrire il sacramento della riconciliazione o ungere i malati nella
comunità», si legge sempre nel paragrafo 111.
Ovviamente,
il Sinodo ha ricordato i Missionari morti in Amazzonia, uccisi per aver
trasmesso il Vangelo. Al contempo, il Documento ricorda che l’annuncio di
Cristo nella regione si è compiuto spesso in connivenza con i poteri
oppressori delle popolazioni. Per questo, oggi la Chiesa ha “l’opportunità storica” di prendere le distanze dalle
nuove potenze colonizzatrici, prestando ascolto ai popoli amazzonici ed
esercitando la sua attività profetica “in modo trasparente”.
C’è solo da sperare che il programma
religioso del Sinodo possa
essere attuato quanto prima, con l’aiuto di Dio.
Egidio
Todeschini
2.1.2019